Il finale del primo quarto è quello che genera la fuga dell’Alba. Il finale del secondo quarto frustra uno dei tanti tentativi di rimonta dell’Olimpia che però non si concretizzano mai fino in fondo, perché le percentuali sono basse, i problemi di falli dei lunghi un fattore, anche nelle enormi sofferenze a rimbalzo, e le palle perse una costante delle serate storte. Così l’Olimpia cede a Berlino 83-63. E’ la seconda sconfitta esterna consecutiva e cancella il buon momento costruito con tre vittorie di fila che avevano chiuso il girone di andata di EuroLeague.
IL PRIMO QUARTO – Il primo problema per l’Olimpia è il secondo fallo fischiato a Brandon Davies che obbliga Coach Messina a modificare subito la sua rotazione. Quando entra il 2.25 Christ Koumadje, l’Alba sale di tono a rimbalzo, ne cattura sei in attacco di squadra, e con quelli costruisce il parziale di 10-0, sostenuto da quattro triple di quattro giocatori diversi (solo una di Milano, di Luwawu-Cabarrot), che le permette di allungare sul 20-12 del primo periodo.
IL SECONDO QUARTO – L’Olimpia prova ad abbassarsi schierando Thomas da numero 4 con Melli da centro nominale. Un gioco da tre completato da Devon Hall la rivvicina all’avversaria. Poi quando tocca ad Hines agire da centro, gli fischiano due falli consecutivi, uno in attacco, e con tre penalità deve tornare in panchina. Coach Messina deve usare Davies con due falli. Una palla rubata da Luwawu-Cabarrot alimenta la rimonta. Thomas segna quattro punti consecutivi con cui Milano torna a meno quattro. Ma non dura: gioco da tre di Thiemann, tripla di Lo, 6-0 di parziale e Alba di nuovo avanti di dieci. Dal time-out, l’Olimpia esce meglio. Davies converte un gioco da tre punti, poi da situazione di contropiede arma la mano di Baron. La sua tripla vale il parziale di 8-0 che ricuce il divario a due punti. Dal secondo time-out invece l’Olimpia esce male, con tre palle perse consecutive che generano la nuova fuga dell’Alba con un controparziale terribile di 10-0 che significa 45-33 all’intervallo.
IL TERZO QUARTO – L’Olimpia cerca energia in difesa, anche commettendo errori. In attacco, il più efficace è Luwawu-Cabarrot, che mette due liberi, poi anche una tripla dall’angolo. Un rimbalzo offensivo di Ricci riporta Milano a meno nove dopo essere stata sotto di 14 all’inizio del quarto. Ma non trova grande ritmo in attacco, tra palle perse e percentuali basse nel tiro da fuori. Il deficit scende a otto punti due volte, poi a sei con due liberi di Voigtmann e un jumper dalla media di Luwawu-Cabarrot. Ma l’ultimo canestro è una tripla dall’angolo trovata da Zoosman per cui alla fine del periodo è 60-51 Alba.
IL QUARTO QUARTO – L’Olimpia produce il massimo sforzo in difesa, anche senza essere sostenuta dalla medie di tiro. Cerca anche di aumentare l’aggressività a rimbalzo per strappare nuove opportunità. Due triple di Baron la riportano a meno cinque. Ma qui l’attacco si ferma ancora. L’Alba lentamente ne approfitta per ricostruire un vantaggio in doppia cifra. L’Olimpia lascia sul tabellone anche alcuni tiri liberi e alla lunga la difesa non ce la fa ad arginare l’emorragia. L’Alba riparte e una tripla di Jaleen Smith dopo due liberi di Zoosman di fatto è quella che fa svanire ogni velleità di rimonta. Milano finisce per demoralizzarsi e perdere in modo netto, 83-63.
Fonte: ufficio stampa Olimpia Milano